💚 Dedicato a Vek🐾

Un argomento basilare e comune all’interno del grande bacino delle Psicoterapie Corporee, è il Grounding, ovvero il radicamento alla terra, una connessione con il proprio corpo che parte dal semplice appoggio dei piedi a terra, e che si sviluppa poi attraverso una respirazione profonda, diaframmatica, non semplice da realizzare nell’immediato. Ogni indirizzo psicoterapeutico, dalla Psicoterapia Bioenergetica alla Psicoterapia Funzionale, rivisita questa esperienza con modalità e tempi diversi a seconda dei modelli di riferimento, ma il focus di questo articolo non è una dissertazione tecnica sul Grounding, che verrà citato nelle sue linee più generali.

La riflessione oggetto di questo articolo è che noi esseri umani abbiamo bisogno del “Grounding” per riconnetterci alla Terra, mentre alcuni animali, come ad esempio i felini, ci vivono dentro 24h/24. La parte del corpo che noi esseri umani utilizziamo per muoverci e spostarci sulla Terra, è limitata e costituita dalla superficie ventrale dei due piedi; negli animali diversi da noi, invece, questo contatto avviene con un “appoggio” maggiore costituito da 4 “piedi”, due anteriori e due posteriori, di diversa forma e funzione (le estremità anteriori possono definirsi “mani”, le posteriori invece servono più di appoggio e per la locomozione).

Cito i felini perché più di ogni altro animale sono capaci di amplificare la ricezione degli stimoli terrestri attraverso il loro potere parasensoriale fatto di olfatto e vibrisse, visione radar notturna e pelle vibratoria. I gatti non hanno bisogno di portare la loro attenzione sui loro piedi o sulla loro respirazione con un atto coscienzioso e “studiato”, loro già fanno questo nello spirito essenziale del loro essere, ogni minuto del giorno e della notte: da quando sono in vita, sono iperconnessi al 100% e ricercano ancora di più l’espansione sensoriale appoggiando spesso l’addome a terra (come i rettili), rotolando, o immergendosi fermi ed in silenzio nella Natura: all’occhio umano può sembrare che il gatto stia fermo senza fare niente, mentre sta accadendo esattamente il contrario, il gatto sta attivando al massimo le sue capacità di apprendimento extrasensoriale. È anche per questo motivo che i gatti malati o terminali mostrano capacità di “resilienza” inimmaginabili di fronte al dolore o alle limitazioni fisiche: loro sono maestri di ascolto del loro corpo in funzione della Terra, e captano con precisione millimetrica le energie ancora vitali di se che utilizzano con maestria fino all’ultimo respiro.

Sono loro, i gatti, i veri maestri di radicamento energetico, di contatto con il sé più profondo, “di terra”, sensoriale. Ogni animale su questa Terra contatta l'energia primaria attraverso le capacità di cui è dotato e che lo rendono presente nella propria specifica caratterizzazione e magia.

La Natura ci offre veramente tanto anche se noi umani passiamo distratti di fronte alle sue meraviglie.