La realtà che viviamo oggi, deriva da vite passate le cui tracce vengono ricordate nei libri di storia. I cambiamenti che sono avvenuti nel passato si ritrovano a più livelli nelle "memorie" delle persone attualmente viventi, dai fatti sociali storici mondiali, a quelli nazionali, per scendere ad un livello più intimo, ai contenuti delle comunità e familiari, scritti indelebilmente nei racconti dei nonni e delle persone più anziane.

Questo significa che nel nostro comportamento possono essere presenti schemi mentali disfunzionali derivanti dal passato che ancora oggi continuano a vivere immutati attraverso le nostre azioni. 

 

Ma che cosa è precisamente che permane al di là del tempo e dello spazio modificando il nostro reale modo di essere, deviandolo verso traiettorie non propriamente “nostre”? Gli studi recenti indicano che, insieme alla inevitabile dotazione di amore che ci viene tramandata dai nostri genitori e dai nostri avi, passano anche involontariamente “capsule vuote di significato”, ovvero schemi di comportamento privi di un vero e proprio significato personale perché “non-voluti”, e perciò agiti in automatico senza-pensare: sono i traumi, ovvero situazioni molto negative in cui la persona si è trovata , ha sofferto molto e che, nonostante ne sia uscita fisicamente fuori, non ha risolto dentro di Sè. Questo “dolore”, perciò, è rimasto attivo durante il tempo e “tramandato” come un linguaggio particolare nelle generazioni successive.

In un'ottica Epigenetica, le variazioni comportamentali che caratterizzano un evento traumatico producono un Disturbo Post Traumatico da Stress capace di riverberare i suoi effetti da generazione in generazione con manifestazioni fenotopiche/comportamentali sempre diverse. Potremo chiederci, a questo, punto, se i disturbi comportamentali presenti nei bambini di oggi si legano ai traumi vissuti dai bambini nella Seconda Guerra Mondiale, e la risposta secondo tali studi è affermativa.

 A questo punto dobbiamo chiederci quanto lo studio e la ricerca sullo Stress da un punto di vista intergenerazionale sia importante, e quanto positive sarebbero le ripercussioni sul piano sociale; infatti riparare le ferite del "passato" significherebbe mettere fine alla catena di multi-deviazioni-dal-Sè che il trauma produce inevitabilmente.

 

In foto: In Giappone si ritiene che la riparazione di un vaso rotto, lo renda unico perciò viene saldato con l'oro.  Tale tecnica di riparazione della ceramica si chiama Kintsugi (kin=oro, sugi=riparare, ricongiungere). 

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